Giovani frati in cammino

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Frati in preghiera

Rapisca, ti prego, o Signore,l'ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell'amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell'amor mio.

Santa Maria Madre di Dio prega per noi

Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio, Maria,che sei vergine fatta Chiesa.

Giovani frati itineranti

Una gita a Perugia

giovedì 31 maggio 2012

Armonie dello Spirito




Ascolta qui  "Magnificat" di J. S. Bach



«L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore (Lc 1,46). Con queste parole per prima cosa Maria proclama i doni speciali a lei concessi, poi enumera i benefici universali con i quali non cessò di provvedere al genere umano per l’eternità.
Magnifica il Signore l’anima di colui che volge a lode e gloria del Signore tutto ciò che passa nel suo mondo interiore, di colui che, osservando i precetti di Dio, dimostra di pensare sempre alla potenza della sua maestà. Esulta in Dio suo Salvatore, lo spirito di colui che solo si diletta nel ricordo del suo creatore dal quale spera la salvezza eterna.
Queste parole che stanno bene sulle labbra di tutte le anime perfette, erano adatte soprattutto alla beata Madre di Dio. Per un privilegio unico essa ardeva d’amore spirituale per colui della cui concezione corporale ella si rallegrava. A buon diritto ella poté esultare più di tutti gli altri santi di gioia straordinaria in Gesù suo salvatore. Sapeva infatti che l’autore eterno della salvezza, sarebbe nato dalla sua carne, con una nascita temporale e in quanto unica e medesima persona, sarebbe stato nello stesso tempo suo figlio e suo Signore.
Cose grandi ha fatto in me l’onnipotente e santo è il suo nome. Niente dunque viene dai suoi meriti, dal momento che ella riferisce tutta la sua grandezza al dono di lui, il quale essendo essenzialmente potente e grande, è solito rendere forti e grandi i suoi fedeli da piccoli e deboli quali sono. Bene poi aggiunse: E Santo è il suo nome, per avvertire gli ascoltatori, anzi per insegnare a a tutti coloro ai quali sarebbero arrivate le sue parole ad aver fiducia nel suo nome e a invocarlo. Così essi pure avrebbero potuto godere della santità eterna e della vera salvezza.
In fatti è questo stesso il nome di cui sopra si dice: ed esultò il mio spirito in Dio, mio salvatore.
Perciò nella santa Chiesa è invalsa la consuetudine bellissima di cantare l’inno di Maria ogni giorno nella liturgia vespertina. Così la memoria abituale dell’incarnazione del Signore accende di amore i fedeli, e la meditazione frequente degli esempi di sua Madre, li conferma saldamente nella virtù. Ed è parso bene che ciò avvenisse di sera, perché la nostra mente stanca e distratta in tante cose, con il sopraggiungere del tempo del riposo si concentrasse tutta in se medesima».
dalle Omelie di san Beda il Venerabile





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martedì 29 maggio 2012

Armonie dello Spirito



Ascolta qui  "Te Deum" di George Frederick Handel


«Prima del giorno della discesa dello Spirito Santo vediamo gli apostoli con delle caratteristiche prettamente umane, li vediamo entusiasti e pavidi, pronti a seguire Cristo e pronti a tradirlo; anche dopo la sua risurrezione li vediamo chiusi nel cenacolo per paura, non ancora aperti a quell’evento che si era compiuto in Cristo e non ancora pronti ad annunciarlo a tutte le genti. Dopo la Pentecoste sono totalmente trasformati. Hanno la certezza che il Cristo, col quale hanno vissuto e col quale hanno avuto una consuetudine di amicizia e di discepolato, è la nuova immagine di Dio che è apparsa sulla terra.
Come mai questa trasformazione? Io penso sia stata una violenza che hanno subìto da Dio: la loro mente pavida e incerta è divenuta solida, sicura, non fanatica, ma sicura di quello che annunciavano. Il loro coraggio diventa intenso e forte, senza tentennamenti, e infatti nel corso del tempo, operano con coraggio, con una dedizione che non ci saremmo aspettata da questi uomini. E sanno affrontare serenamente la morte. Poi in loro avviene anche un altro cambiamento: da uomini singoli legati a una razza, a un paese, a una cultura, diventano uomini universali. La loro lingua è compresa da tutti: c’erano degli arabi, dei romani, dei greci, degli ebrei di diverse provenienze, quindi di diverse lingue, e quando gli apostoli parlano tutti li comprendono. È il miracolo della trasformazione dell’uomo interiore che è stato compiuto, con un atto di violenza da Dio. E quando gli apostoli presenti nel cenacolo parlano, hanno la certezza che Cristo è la nuova rivelazione di Dio e lo comunicano senza trepidazione, senza incertezze, senza lotta, senza sofferenza.
Lo Spirito Santo discende sugli apostoli non come un grosso globo di fuoco, una massa luminosa che tutti investe, ma discende come tante fiammelle, sul capo di Pietro, della Vergine, di Giovanni e degli altri apostoli, come tante fiammelle. Ciò significa che il dono dello Spirito concesso a ciascuno è proporzionato alla capacità recettiva di ciascuno, è rispettoso della personalità di ciascuno.
E ognuno ha una porzione dello Spirito Santo. Lo spirito di massificazione distrugge la Chiesa e se questo è avvenuto nel corso dei secoli per necessità storiche, debolezze umane, lo dobbiamo riuscire a superare, perché in me c’è lo Spirito e in ciascuno di voi c’è lo Spirito, in ogni uomo che crede in Cristo c’è lo Spirito, e questo Spirito è commisurato alla personalità di ciascuno.
Noi dobbiamo faticosamente conquistare questo Spirito attraverso il dominio di tutta la nostra realtà umana, dal corpo al sentimento, all’intelligenza, all’immaginazione, al nostro io. Quando saremo riusciti a conquistare la nostra personalità, a un certo momento ci dovremo scrollare di dosso il nostro io personale perché in noi discenda lo Spirito. Ma lo Spirito discenderà in noi secondo la misura della nostra personalità e non altererà la nostra personalità. Allora il mio pensiero diventa il pensiero di Dio, il pensiero dello Spirito, il mio sentimento è il sentimento dello Spirito, il mio amore è l’amore dello Spirito e il mio corpo porterà inevitabilmente quella luminosità che vive nell’interno del mio essere. Io sarò riordinato nello Spirito.
Non sarò l’unico possessore dello Spirito, anche se l’ho conquistato faticosamente attraverso una dedizione, una ascesi, un continuo controllo di me stesso. Non sarò l’unico possessore dello Spirito nella Chiesa, ma tutti coloro che riescono ad ascendere sono i portatori dello Spirito. E il costruttore non mi prenderà mai fin tanto che io non dirò: sono pronto».

da  “Ogni uomo è una zolla di terra”
di Giovanni Vannucci




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lunedì 28 maggio 2012

L'ULTIMA FATICA
DEI NOSTRI ARTISTI DEL VIDEOING


Buona visione!



domenica 27 maggio 2012

 Domenica di Pentecoste


Cos’è la Pentecoste?  

È il dono dello Spirito di Dio. Ci permette di comprendere meglio il Cristo, di conoscerLo. Ma prima di tutto lo Spirito ci testimonia che in Gesù ci è dato tutto ciò che Dio desidera per noi, cioè, Se stesso. Questo è il dono più grande, il dono a cui ambire. 
C’è una perfetta unità tra Gesù e quello che lo Spirito comunica di Dio... un’unità che non appiattisce le differenze... infatti le lingue rimangono diverse. È segno della ricchezza nelle diversità, perché è da essa che Dio agisce. Egli non fa senza di noi: qualcuno dice che Dio non ha mani... le sue mani sono le nostre mani! 


Ecco la grande sfida: l’unità nella diversità


Solo se ci manteniamo in ascolto di Dio che è presente in ciascuno di noi sarà possibile riconoscerci fratelli, perché figli dello stesso Padre.


"Quando verrà Lui, lo Spirito della verità, 
vi guiderà a tutta la verità" (Gv 16,13)





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lunedì 21 maggio 2012

Armonie dello Spirito




Ascolta qui  "Aimer à perdre la raison" diJean  Ferrat



«La vita spirituale non è vita intellettuale. Non è soltanto pensiero. E non è naturalmente neppure una vita di sensazioni, una vita di sentimento - «sentire» e sperimentare le cose dello spirito, e le cose di Dio.
La vita spirituale non esclude neppure pensiero e sentimento. Ha bisogno di entrambi. Non è propriamente una vita concentrata alla «sommità» dell’anima, una vita dalla quale siano esclusi mente, immaginazione e corpo. Se così fosse, poca gente potrebbe viverla.
E ancora, se tale fosse la vita spirituale, non sarebbe affatto una vita. Se l’uomo deve vivere, dev’essere tutto vivo, corpo, anima, mente, cuore e spirito. Tutto deve venire elevato e trasformato dall’azione di Dio, nell’amore e nella fede.
Inutile cercare di meditare semplicemente «pensando» - ancora peggio meditare infilando parole, passando in rivista una quantità di insulsaggini.
Una vita puramente intellettuale può essere deleteria se ci porta a sostituire il pensiero alla vita e le idee alle azioni. L’attività propria dell’uomo non è puramente mentale, perché egli non è propriamente un’anima disincarnata. Nostro destino è di vivere di ciò che pensiamo perché se non viviamo di ciò di cui abbiamo conoscenza, non possiamo neppur dire di conoscere. Soltanto col rendere la conoscenza parte di noi stessi, trasformandola in azione, penetriamo nella realtà significata dai nostri concetti.
Vivere da animale ragionevole non significa pensare da uomo e vivere da animale. Dobbiamo pensare e vivere da uomini. È illusione cercare di vivere come se le due parti astratte del nostro essere (razionalità e animalità) esistessero davvero separatamente come due differenti realtà concrete. Siamo una cosa sola, corpo e anima, e se non viviamo come un tutto unico, siamo destinati alla morte.
Vivere non è pensare. Il pensiero viene determinato e guidato dalla realtà oggettiva che è al di fuori di noi. Vivere vuol dire adattare di continuo il pensiero alla vita e la vita al pensiero, in maniera tale da crescere incessantemente, da esperimentare sempre cose nuove nel vecchio, e cose vecchie nel nuovo. E così la vita è sempre nuova».

 da  Pensieri nella solitudine
di Thomas Merton



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domenica 20 maggio 2012

Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo
 Mc 16,15-20

"Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo 
ad ogni creatura" (Mc 16,15)


Parole forti, parole “urgenti” quelle che il Signore rivolge ai suoi discepoli prima della Sua Ascensione, come quelle di un genitore che prima di partire per un viaggio affida tutto ai figli, facendo le raccomandazioni più importanti. Come se il Signore dicesse: "Ora tocca a voi! Voi siete d’ora in poi la mia bocca, le mie mani, i miei piedi… . Andate e raccontate a tutti l’esperienza che avete avuto in dono di vivere". 
E per spingerli e incoraggiarli li pone di fronte alla loro grave responsabilità per la Salvezza dell’uomo, del mondo. 
Li incoraggia promettendo loro che compiranno le sue stesse opere, se non addirittura di più grandi, segno della Sua presenza viva ed efficace in mezzo a loro, e donando loro di contemplarlo seduto, glorioso, alla destra del Padre. Sono loro, siamo noi il tempio, la dimora, la tenda di Dio tra gli uomini per lo Spirito che abita in noi e ci spinge, ci invita ad andare, ad essere, nella semplicità e nella gioia,  con fedeltà e perseveranza, testimoni del tesoro prezioso che abbiamo scoperto, piccolo riflesso del Suo Amore per tutta l’umanità. 

Allora, andiamo! Il Signore è con noi!




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martedì 15 maggio 2012

Professione solenne
di fr. Manuel


Padova, Pontificia basilica di S. Antonio, 12 maggio 2012

Caro Manuel,

l'abbraccio con cui i confratelli ti hanno accolto definitivamente nella famiglia francescana è l'immagine più bella per dirti il nostro bene e il nostro grazie. 
Grazie per il tuo stile fraterno tanto delicato quanto incisivo e limpido: hai sempre portato gioia attraverso il tuo amore profondo e fedele per il Signore. 
Grazie anche per il tuo camminare paziente e fiducioso, che tratteggia con semplicità la fisionomia spirituale del discepolo.. uomo conquistato.. libero.. e consegnato.
Ti vogliamo bene!

i tuoi confratelli




sabato 12 maggio 2012

Sesta domenica di Pasqua
Gv 15,9-17 


"Un senso di timore era in tutti
e prodigi e segni avvenivano
per opera degli apostoli
(At 2,43) 

Con questa frase il libro degli Atti dà una pennellata a quella che era la prima comunità cristiana. In questo brano troviamo un sano TIMORE, filo rosso che abbraccia e percorre le letture della sesta domenica di Pasqua e la festa Mariana (Beata Vergine di Fatima) che si pone in sottofondo. 
Come sganciare il senso di TIMORE degli Apostoli con quel “TIMOR DI DIO”, dono dello Spirito? 
Come non guardare anche a quell’innocente TIMORE sperimentato dai tre pastorelli alla presenza della Vergine a Fatima? 
L’Apostolo Pietro ci ricorda che Dio “accoglie chi lo TEME” (At 10,35), non per dar voce o credibilità a coloro che pensano che il Dio descritto nell’Antico Testamento sia un Dio “terribile e geloso”, ma per ricordare che con i doni dello Spirito si colgono i frutti, tra i quali quello della GIOIA, la gioia vera, quella promessa ed effusa in noi da Nostro Signore.


"Questo vi ho detto
perché la mia gioia sia in voi
e la vostra gioia sia piena"
(Gv 15,11)



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lunedì 7 maggio 2012

Armonie dello Spirito




Ascolta qui  "Il Gattopardo" di Marco Betta



«... un cuore capace di ascoltare: nell’antropologia biblica il cuore è l’organo che include la dimensione affettiva e quella razionale, è l’organo alla sorgente dei sentimenti, dei pensieri, delle azioni dell’uomo.
... l’ascolto è di gran lunga il dono più grande che devi chiedere a Dio. Dovrebbe abitare il credente fin dall’origine: prima di essere definito dalla fede, dalla preghiera o dalle opere, il credente è uno che si esercita nell’arte dell’ascolto. È il primo rapporto che lo lega a Dio.
Esserci è ascoltare. E l’ascolto puramente passivo può divenire, se lo si esercita con attenzione, un’attività che coinvolge l’intera persona. Ascoltare davvero è esserci per l’altro.
... la preghiera cristiana è soprattutto ascolto! Se si parla a Dio, è solo in risposta alla sua parola ascoltata.
... Sì, l’ascolto di Dio è un’operazione difficile. Richiede da parte nostra il silenzio, ma anche la povertà interiore, l’attenzione, un atteggiamento di ricerca… Credimi, esercitandoti a esso con pazienza potrai crescere nella vita spirituale»

da Lettere a un amico sulla vita spirituale
di Enzo Bianchi




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sabato 5 maggio 2012

Quinta domenica di Pasqua
Gv 15,1-8 


«Rimanete in me e io in voi» (v.4)

«Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto,
perché senza di me non potete far nulla» (v.5)

Come può un tralcio far nascere un frutto, quindi dare la vita, senza ricevere a sua volta la linfa vitale dalla viteÈ necessario, anzi, vitale, che il tralcio rimanga innestato nella vite, per ricevere da essa la vita e così propagare la vita.

Da CRISTO,
che è la PIENEZZA DELLA VITA,
noi riceviamo la  PIENEZZA DELLA VITA ,
per donare la  PIENEZZA DELLA VITA...

...da CRISTO,
che è la GIOIA,
noi riceviamo la GIOIA,
per donare la GIOIA...

...da  CRISTO ,
che è la SPERANZA,
noi riceviamo la  SPERANZA ,
per donare la  SPERANZA ...

...da  CRISTO,
che è la MISERICORDIA,
noi riceviamo la  MISERICORDIA,
per donare la  MISERICORDIA...

...da  CRISTO ,
che è l’AMORE,
noi riceviamo l’AMORE,
per donare l’AMORE...

DA CRISTO,
CHE È TUTTO QUESTO,
E INFINITAMENTE DI PIÙ,
NOI RICEVIAMO CRISTO,
PER DONARE CRISTO!

Solo rimanendo attaccati a Lui, nella Sua Chiesa,
saremo davvero suoi discepoli e testimoni.


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martedì 1 maggio 2012

Armonie dello Spirito



«Circondava di un amore indicibile la Madre di Gesù, perché aveva reso nostro fratello il Signore della maestà. A suo onore cantava lodi particolari, innalzava preghiere, offriva affetti tanti e tali che lingua umana non potrebbe esprimere»
                                                                                                     2Cel. 198

Ascolta qui  "Ave Maria" di Bepi De Marzi



Ti saluto, Signora santa, regina santissima,
Madre di Dio, Maria, che sempre sei vergine,
eletta dal santissimo Padre celeste e da Lui,
col santissimo Figlio diletto
e con lo Spirito Santo Paraclito, consacrata.
Tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene.
Ti saluto, suo palazzo.
Ti saluto, sua tenda.
Ti saluto, sua casa.
Ti saluto, suo vestimento.
Ti saluto, sua ancella.
Ti saluto, sua Madre.
E saluto voi tutte, sante virtù,
che per grazia e lume dello Spirito Santo
siete infuse nei cuori dei fedeli,
affinché le rendiate, da infedeli, fedeli a Dio.

San Francesco d’Assisi
Saluto alla Vergine



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