martedì 29 maggio 2012

Armonie dello Spirito



Ascolta qui  "Te Deum" di George Frederick Handel


«Prima del giorno della discesa dello Spirito Santo vediamo gli apostoli con delle caratteristiche prettamente umane, li vediamo entusiasti e pavidi, pronti a seguire Cristo e pronti a tradirlo; anche dopo la sua risurrezione li vediamo chiusi nel cenacolo per paura, non ancora aperti a quell’evento che si era compiuto in Cristo e non ancora pronti ad annunciarlo a tutte le genti. Dopo la Pentecoste sono totalmente trasformati. Hanno la certezza che il Cristo, col quale hanno vissuto e col quale hanno avuto una consuetudine di amicizia e di discepolato, è la nuova immagine di Dio che è apparsa sulla terra.
Come mai questa trasformazione? Io penso sia stata una violenza che hanno subìto da Dio: la loro mente pavida e incerta è divenuta solida, sicura, non fanatica, ma sicura di quello che annunciavano. Il loro coraggio diventa intenso e forte, senza tentennamenti, e infatti nel corso del tempo, operano con coraggio, con una dedizione che non ci saremmo aspettata da questi uomini. E sanno affrontare serenamente la morte. Poi in loro avviene anche un altro cambiamento: da uomini singoli legati a una razza, a un paese, a una cultura, diventano uomini universali. La loro lingua è compresa da tutti: c’erano degli arabi, dei romani, dei greci, degli ebrei di diverse provenienze, quindi di diverse lingue, e quando gli apostoli parlano tutti li comprendono. È il miracolo della trasformazione dell’uomo interiore che è stato compiuto, con un atto di violenza da Dio. E quando gli apostoli presenti nel cenacolo parlano, hanno la certezza che Cristo è la nuova rivelazione di Dio e lo comunicano senza trepidazione, senza incertezze, senza lotta, senza sofferenza.
Lo Spirito Santo discende sugli apostoli non come un grosso globo di fuoco, una massa luminosa che tutti investe, ma discende come tante fiammelle, sul capo di Pietro, della Vergine, di Giovanni e degli altri apostoli, come tante fiammelle. Ciò significa che il dono dello Spirito concesso a ciascuno è proporzionato alla capacità recettiva di ciascuno, è rispettoso della personalità di ciascuno.
E ognuno ha una porzione dello Spirito Santo. Lo spirito di massificazione distrugge la Chiesa e se questo è avvenuto nel corso dei secoli per necessità storiche, debolezze umane, lo dobbiamo riuscire a superare, perché in me c’è lo Spirito e in ciascuno di voi c’è lo Spirito, in ogni uomo che crede in Cristo c’è lo Spirito, e questo Spirito è commisurato alla personalità di ciascuno.
Noi dobbiamo faticosamente conquistare questo Spirito attraverso il dominio di tutta la nostra realtà umana, dal corpo al sentimento, all’intelligenza, all’immaginazione, al nostro io. Quando saremo riusciti a conquistare la nostra personalità, a un certo momento ci dovremo scrollare di dosso il nostro io personale perché in noi discenda lo Spirito. Ma lo Spirito discenderà in noi secondo la misura della nostra personalità e non altererà la nostra personalità. Allora il mio pensiero diventa il pensiero di Dio, il pensiero dello Spirito, il mio sentimento è il sentimento dello Spirito, il mio amore è l’amore dello Spirito e il mio corpo porterà inevitabilmente quella luminosità che vive nell’interno del mio essere. Io sarò riordinato nello Spirito.
Non sarò l’unico possessore dello Spirito, anche se l’ho conquistato faticosamente attraverso una dedizione, una ascesi, un continuo controllo di me stesso. Non sarò l’unico possessore dello Spirito nella Chiesa, ma tutti coloro che riescono ad ascendere sono i portatori dello Spirito. E il costruttore non mi prenderà mai fin tanto che io non dirò: sono pronto».

da  “Ogni uomo è una zolla di terra”
di Giovanni Vannucci




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