lunedì 25 giugno 2012

Armonie dello Spirito


Ascolta qui  "Repons Pour La Nouvelle Création" dalla Liturgia monastica


«Se vogliamo realmente sapere cos’è la preghiera, dobbiamo concederle del tempo. Dobbiamo rallentare la nostra attività, ricondurla a misura umana. Avremo allora il tempo per ascoltare. E quando sapremo ascoltare le cose cominceranno da sole a prendere forma. Ma per arrivare a ciò ci è necessario fare in forma nuova l’esperienza del tempo.
La ragione per cui noi non sappiamo trovare del tempo per la preghiera è che crediamo di dover essere sempre in movimento. È una vera malattia dello spirito. Il tempo oggi è visto come un prodotto commerciale o piuttosto un prodotto che ci è dato sotto garanzia.
Siamo mezzadri del tempo, minacciati da una vera reazione a catena: affaticamento, stimoli eccessivi, reazioni smisurate, compensazioni anche esse senza misura, esaurimento nervoso. In un modo nuovo dobbiamo affrontare la nozione del tempo nella sua totalità. Noi siamo liberi di amare. Liberiamoci anche da ogni esigenza puramente immaginaria. Viviamo nella pienezza del tempo. Ogni momento che ci è dato è l’istante di Dio, quello della sua benevolenza, il suo kairós. Tutto si riduce a dare a noi stessi, nella preghiera, la possibilità di renderci conto che abbiamo già ciò che cerchiamo. Diamo solo a questa realtà il tempo di frasi conoscere a noi.
Si corre un rischio nel pregare, e questo rischio è che le nostre preghiere si pongano in mezzo tra noi e Dio. L’importante nella preghiera non è pregare, ma andare a Dio direttamente. Se il fatto di recitare preghiere diventa un ostacolo, sopprimiamole. Che Gesù, lui solo, preghi! Ringraziamo perché siamo certi che lui lo fa.
. . .il modo migliore per pregare è fermarsi. Lasciamo che la preghiera stessa preghi in noi.»
da Contemplation  di Thomas Merton


clicca qui per tornare alla PAGINA INIZIALE


0 commenti:

Posta un commento