Giovani frati in cammino

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Frati in preghiera

Rapisca, ti prego, o Signore,l'ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell'amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell'amor mio.

Santa Maria Madre di Dio prega per noi

Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio, Maria,che sei vergine fatta Chiesa.

Giovani frati itineranti

Una gita a Perugia

venerdì 27 luglio 2012

Diciassettesima domenica del Tempo Ordinario 
Gv 6,1-15

Campo d'orzo con falciatore al tramonto, V. Van Gogh

«C’è qui un ragazzo
che ha cinque pani d’orzo e due pesci;
ma che cos’è questo per tanta gente?» (v.5)

L’amore del Signore verso i suoi discepoli e la folla che lo segue oggi si manifesta attraverso un segno molto concreto che sembra richiamare un altro passo del Vangelo, quando Gesù ci dice: «Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?» (Mt 6,31) perché «se cercheremo prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia tutte queste cose ci saranno date in aggiunta» (Mt 6,33).     
Queste Parole ci aprano il cuore alla piena fiducia in Dio a cui «nulla è impossibile» ( Lc 1,37). 
Prendiamo esempio da questo ragazzo che non ha nome e nel quale noi tutti ci possiamo riconoscere: egli non ha paura di presentare al Signore il poco che possiede.                                                                  

Il Signore non guarda
il poco che abbiamo e che siamo...
Gli basta la fiducia che abbiamo in Lui...
il resto lo fa la sua Grazia!



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venerdì 20 luglio 2012

Sedicesima domenica del Tempo Ordinario
Mc 6, 30-34


«Venite in disparte, voi soli,
in un luogo deserto,
e riposatevi un po'» (v.31)

Che bello è poter rientrare  a casa dopo una giornata di intenso lavoro!
Proprio come i Discepoli di ritorno dalla loro missione, così desiderosi di raccontare a Gesù quanto hanno veduto, operato e compreso.

Raccontare… raccontarsi davanti al Signore, aprendogli il proprio cuore e facendo con Lui discernimento sul proprio vissuto, così ricco di quella gioia, dello stupore e dell’entusiasmo che ogni nuova e positiva esperienza porta con sé.
Ma spesse volte  reso inevitabilmente pesante dalla fatica di dover fare i conti con il proprio limite, con il fallimento… Accade così che la stanchezza talvolta non si fermi solo alle ginocchia ma prosegua la sua corsa arrivando al cuore fiaccandolo.
E poi arriva Lui che tutto comprende, al quale basta uno sguardo per leggere chiaro sui nostri fogli stropicciati, invitandoci così a sostare per ristorarci:
«Venite in disparte, voi soli… e riposatevi un po'»
Per quanto confortevole  si tratta pur sempre di una sosta e non del punto di arrivo di un viaggio... giusto il tempo di riprender fiato per poi tornare a donarsi generosamente per le strade della Palestina!
Sull’esempio del Pastore misericordioso che non si concede tregua di fronte allo smarrimento del suo gregge e tutto sacrifica con amore.

Che bello è, dunque, poter rientrare a casa dopo una giornata di intenso lavoro! E da qui ripartire, riposati, rinnovati e senza esitazioni perché «l’amore di Cristo ci spinge!» (2 Cor 5,14).



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sabato 14 luglio 2012

Quindicesima domenica del Tempo Ordinario
Mc 6, 7-13



Come araldi di un grande re il Signore Gesù manda i suoi discepoli ad annunciare e preparare il Suo passaggio. Certamente questo annuncio non sarà soltanto o primariamente a parole, ma si dovranno presentare con lo stesso “stile”, atteggiamento, mentalità, logica... che hanno visto e imparato dal Maestro: fiducia, semplicità, misericordia…  I discepoli non sono chiamati a sostituire il passaggio di Gesù, bensì a favorire un terreno fecondo per l’imminente semina. Poi passerà Lui… e chi, nella piena libertà e nella gioia, avrà accolto in profondità il discepolo, riconoscerà al Suo passaggio lo stile d'Amore del Maestro. Loro… noi... : come è il nostro annuncio? Pieno di parole e di mezzi “efficaci”, produttivi e aggressivi… oppure caratterizzato da accoglienza, bontà, perdono... stile di chi sa che poi “passa Gesù”, che porterà compimento l’opera che con noi ha iniziato?



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venerdì 6 luglio 2012


Quattordicesima domenica
del Tempo Ordinario
Mc 6, 1-6


«Non è costui il falegname,
il figlio di Maria,
fratello di Giacomo, di Ioses,
di Giuda e di Simone?
E le sue sorelle non stanno qui da noi?»
(v.3)

Oggi questa pagina di Vangelo ci provoca due riflessioni.


Anzitutto colpisce la durezza di cuore di questi superficiali concittadini di Gesù. Tante volte ci è stato fatto notare come la mancanza di fede “leghi le mani” al Signore, rendendo quasi impotente Colui che è invece l’Onnipotente. Ma quello che in realtà stupisce è la chiusura di questi uomini che ascoltano “una sapienza” nuova e sono incapaci di accoglierla. Non Gesù è reso impotente, ma noi stessi, quando ci chiudiamo all’insondabile bellezza della vita e resistiamo ai suoi appelli di giustizia, diventiamo incapaci di operare quella trasformazione del mondo che è nostro preciso compito in quanto figli di Dio e di questa terra. Non accogliendo la Parola che ci salva, siamo resi inabili a pronunciare parole di consolazione e speranza. Il cuore indurito di chi non sa ricevere un dono diventa un inavvicinabile “cespuglio di spine”.


C’è però una lettura ancora più profonda, una ragione sottile che ci fa interrogare sulle nostre resistenze: perché è così difficile lasciarsi amare, perché fanno così paura le mani di chi “compie prodigi” come il Signore Gesù? Forse una risposta c’è: l’amore infatti non lascia indifferenti. Una persona che ti guarda negli occhi, amandoti, fa suonare corde che spesso giacciono inutilizzate dentro di noi, come un pianoforte dimenticato impolverato in cantina. L’amore chiama all’amore. E’ questa sfida che ci mette in crisi, come i piedi consumati di san Francesco, le mani callose di madre Teresa, il volto contratto dalla sofferenza di Giovanni Paolo II.


Sapremo un giorno vincere la paura
lasciandoci vincere dall’amore?
Sapremo un giorno rinunciare a difenderci?
Sapremo un giorno arrenderci a questo Dio
che viene a cercarci in casa nostra
per sollevarci dalle cantine buie e polverose
in cui ci siamo rinchiusi?


Preghiamolo con fiducia, con le parole che sigillano la Scrittura: “Vieni Signore Gesù, vieni presto”. Perché accogliendo il tuo amore, possiamo amare anche noi. Amen.



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