sabato 25 agosto 2012


Ventunesima domenica del Tempo Ordinario
Gv 6,60-69


«Signore, da chi andremo,
Tu hai parole di vita eterna!»
(v.68)

Milioni di parole galleggiano nel web, ci piovono dalla Tv, passano negli auricolari. Ce ne riempiamo, ma spesso non giovano a nulla. In questo marasma di parole, come distinguere la Parola? Quella Parola, unica rispetto alle altre, che può dare vita?

«Riconosco una parola del Signore dal male che mi fa» direbbe il curato di Torcy, un personaggio del "Diario di un curato di campagna" di Bernanos.

«Questo linguaggio è duro!» (v.60), dicono i discepoli, perché è difficile da mettere in pratica, perché mi chiede di amare tutti e per primo, perché mi chiede di perdonare, di non disperare di fronte alla morte.

È una parola che "fa male"...

...eppure chi avvicina Gesù e la sua Parola se ne sente misteriosamente attratto. Può evitarla sì… ma sa che non ne può fare a meno! In nessun altro luogo, da nessun’altra persona provengono parole così: dolci ed esigenti, vive ed efficaci, fuori dalle logiche comuni eppure così vere...

Solo tu hai queste parole, Gesù
Anche noi con Simon Pietro vogliamo rispondere così.



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