sabato 13 ottobre 2012


Ventottesima domenica
del Tempo Ordinario
Mc 10,17-30

«Maestro buono…»…
«Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo».


Gesù non dice all'uomo che gli corre incontro “non chiamarmi buono”, ma, “perché mi chiami così?”: è bello pensare che, con questa domanda, Gesù abbia sentito che l’uomo lo riconosceva nella sua Persona divina.

Gesù vede che in quest’uomo c’è un desiderio vero di ottenere la salvezza e «fissato lo sguardo su di lui, lo amò»
Allora l’uomo, credendo di non essere in grado di fare questo, se ne va triste, perché troppo attaccato alle sue sicurezze.

Perché Gesù non lo ha fermato e non gli ha imposto di seguirlo, Lui che ne avrebbe avuto tutto il diritto e il potere?

Perché il suo amore è così grande da essersi imposto come un “limite” che ha scelto di non oltrepassare: quello della nostra libertà. Non ci vuole schiavi, ma liberi di sceglierLo.

Ma, allora, come possiamo salvarci?

È lui che ci salva, anzi, ci ha già salvati, non per meriti nostri, ma per Suo puro amore. A noi è chiesto di scegliere Lui, senso di tutta la nostra esistenza, e metterLo al primo posto nella nostra vita, anche quando questo sembra difficile.

Al resto ci pensa Lui.




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