venerdì 29 novembre 2013

I Domenica di Avvento, Mt 24,37-44



Varchiamo dunque, in punta di piedi, il portale d’Avvento. Tempo di attesa, in cui l’evangelista Matteo ci accompagnerà per mano e, da lì, per tutto l’anno liturgico. Un segno contraddistingue questa soglia: l’accensione della prima candela della corona d’Avvento che notiamo in ogni Chiesa, ai piedi del presbiterio. Segno efficace e semplice, fatto di uno stoppino, un po’ di cera e d’aria che alimenta una fiammella. Insieme alle altre tre che verranno accese nelle domeniche successive, essa ci annuncia la venuta del Figlio di Dio, ma già da sola, accanto al tabernacolo, può bastare a segnalarci la presenza di Gesù. È sufficiente a illuminare la notte e a sorprendere così il ladro citato nel Vangelo, che vuol venire a rubare la Parola seminata nel cuore? Certamente si! Può bastare a ricordarci di “non estinguere lo spirito della santa orazione”, tanto raccomandato dal nostro san Francesco? Ancora si! Basterà sostituire lo stoppino con il tempo dedicato alla preghiera e la cera con la nostra fragile umanità, e troveremo una vita consumata e compiuta nell'attesa del Cristo Bambino.

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