domenica 5 gennaio 2014

Epifania del Signore Mt 2,1-12



Perché temi, Erode, il Signore che viene? Non toglie i regni umani, chi dà il regno dei cieli.”; così recita uno degli inni della Liturgia delle Ore per il tempo di Natale, esprimendo efficacemente il turbamento di quanti non attendono la manifestazione del Signore con cuore sincero. Non l'amore, infatti, spinge Erode a curarsi del bambino di Betlemme, ma la paura di trovare in Dio un concorrente nella realizzazione del proprio potere e del proprio prestigio; il terrore di scorgere in quell'infante qualcuno al cui cospetto le ginocchia dovranno piegarsi in segno di resa. E la paura paralizza sempre. Non dona piedi di cerva per correre incontro alla novità, ma rende sospettosi e inerti, più inclini nel delegare gli altri al soddisfacimento delle proprie curiosità. Non così invece si incamminano i Magi verso la grotta. Non è il timore a guidarli, ma una luce; la fede che qualcosa di straordinario si è fatto largo nella storia. L'Altissimo si è fatto piccolo, e solo i veri cercatori di Dio sapranno scorgerlo nell'umiltà di una mangiatoia. Tacciano allora le bocche dinanzi al Signore bambino ed esultino di gioia e di meraviglia i cuori!

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