giovedì 20 febbraio 2014

VII Domenica del Tempo Ordinario, Mt 5,38-48



Gesù ci chiede di amare i nostri nemici. Ma chi è il nostro nemico? È colui che si pone contro di noi o contro il quale noi ci poniamo. È colui che ci fa del male… o così pare… Ma perché ci fa del male? Tante volte crediamo di saperlo, oppure neanche ci poniamo il problema del perché, ma ragioniamo a partire da noi stessi, dal torto subìto, dimenticandoci di chi ci sta davanti, di ciò che prova, di ciò che vive… di chi è. Il fratello, figlio di Dio come noi, porta sempre con sé una storia, lontana o recente, che lo spinge ad agire in un certo modo e a esprimere le emozioni che vive. La sua è una storia che non conosciamo e che non ci è dato di conoscere fino in fondo, storia che rimane luogo “sacro” della sua vita. Il prossimo, anche quando lo sentiamo nemico, resta in realtà sempre un mistero. A partire da questo e dall'incontro con lui dobbiamo imparare ad avere sempre misericordia di chi ci è donato, che allora non è più un nemico ma un fratello da amare. Gesù ci chiede oggi di amare tutti con lo stesso amore con il quale Egli ha amato ciascuno di noi e nel quale ci ha salvati, desiderando il bene e la salvezza di tutti, «buoni e cattivi». Portiamo questo amore nel mondo!

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