Giovani frati in cammino

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Frati in preghiera

Rapisca, ti prego, o Signore,l'ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell'amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell'amor mio.

Santa Maria Madre di Dio prega per noi

Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio, Maria,che sei vergine fatta Chiesa.

Giovani frati itineranti

Una gita a Perugia

sabato 20 giugno 2015

XII Domenica del Tempo Ordinario - Mc 4,35-41



Gesù così com’è

È sera, il tramonto della giornata, luogo carico della memoria del vissuto: le gioie, le speranze, le buone parole… ma anche i tumulti e le incomprensioni, le tempeste che sconvolgono questo tratto di vita… E il Signore? Talvolta non sembra coinvolto, non sembra che sia preoccupi di questo, come se fosse secondario… Eppure, sulla barca della vita, c’è il Signore, lui è presente. Allo stesso tempo è voluto salire e l’ho fatto salire, dandogli lo spazio della mia libertà, della mia fiducia… Ma il problema è questo: quale Signore è salito sulla mia barca? Quello che mi rassicura e rasserena, che mette a tacere le mie ansie e i miei dubbi, che mi fa vivere una vita tranquilla, che soddisfa i miei bisogni… o il Signore Gesù, così com’è? In fondo è questo che Gesù chiede: una relazione di fiducia con me, in cui io non so già in anticipo, ma apro lo spazio della mia libertà per lasciarmi sorprendere dalla sua novità! Gesù così com’è, non come piacerebbe a me.

domenica 14 giugno 2015

XI Domenica del Tempo Ordinario - Mc 4,26-34


C’è una forza che cresce. E nemmeno ce ne accorgiamo. Se solo potessimo avere un udito più fine potremmo ascoltare il rumore della vita che cresce: ecco perché è così importante l’ascolto. L’antico testamento ci chiede di ascoltare ‘Shema, Israel", la Buona Novella ci chiede ugualmente di ascoltare con attenzione  la parola di Gesù. Ma immancabilmente  ricadiamo nella tentazione dello sguardo, dove tutto ci sembra desiderabile e buono da mangiare (cfr. Gen 2). Fortunatamente però, di questo dono non ci possiamo appropriare. È il dono stesso della creazione, di cui noi stessi facciamo parte. Di questo regno seminato anche noi siamo germogli, nelle mani del creatore. E l’invito è dunque questo: semplicemente guardare con meraviglia, con quello stesso sguardo con cui il Signore ci guarda (nel testo ebraico della bibbia è usato spesso il verbo rhd, che ha proprio il significato di guardare ed essere guardati), perché nel crearci ci ha donato di essere a immagine Sua, capaci in modo concreto di parlare con Lui. Ascoltare la Sua parola e rispondergli con le Sue stesse parole divenute creato.

Buona festa di Sant'Antonio




"Preghiamo dunque, e con le lacrime imploriamo il Signore 
di non nasconderci il suo volto e di non uscire dal tempio del nostro cuore.
 Nel suo giudizio non ci accusi e non ci convinca di peccato, 
ma infonda in noi la grazia di ascol­tare
 con la massima devozione la sua parola. 
Ci dia la pazienza per sopportare le ingiurie, 
ci liberi dalla morte eterna; ci glorifichi nel suo regno, 
affinché meritiamo di vedere il giorno della sua eternità con 
Abramo, Isacco e Giacobbe.
Ci conceda tutto questo colui al quale è onore, potestà, 
splendore e dominio nei secoli eterni. 
E tutta la chiesa risponda: Amen!"

(dai Sermoni di Sant'Antonio)


sabato 13 giugno 2015

Sant'Antonio – Mc 16,15-20



La più bella notizia, il Vangelo, ci raggiunge anche oggi stanandoci dal nostro quotidiano vivacchiare. Come i discepoli siamo divisi fra lo stupore per questo Gesù che continua a bussare alla nostra porta e le resistenze che dentro di noi insistono sul dubbio (“in fondo il Signore è lui, che devo o posso fare io?”).

«E disse loro: “Andate!”».

Ma a Gesù risorto non interessa il nostro essere incostanti, il nostro essere inaffidabili, deboli e arrendevoli, anzitutto svogliati. Non ci rimprovera nemmeno (sa bene di che pasta siamo fatti…) ma ci manda! Noi che per primi non scommetteremmo tanto su noi stessi, riceviamo invece la piena, gratuita, incondizionata fiducia da Lui.

“Allora essi partirono […], mentre il Signore agiva insieme con loro”.

Non possiamo che seguirti Signore, non possiamo che lasciare che Tu ti fidi di noi. E tutto ciò che possiamo e dobbiamo chiedere, come ci dice s. Antonio, altro non è che avere Tu stesso con noi!

“Noi figli dobbiamo chiedere qualcosa al Padre nostro buono.
Ma tutto ciò che esiste è nulla, fuorché amare Dio!
Chiediamo quindi di amare Dio!
Se chiediamo amore, ebbene,
lo stesso Padre, che è Amore, ci darà ciò ch’egli è: l’amore!”

[dai Sermoni di s. Antonio]





sabato 6 giugno 2015

Solennità del Corpus Domini - Mc 14,12-16.22-36


“Vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti”, è una coincidenza, se così si può dire, o forse il frutto della sapienza del cuore, quella che ha portato nel corso dei secoli la processione del “Corpus Domini”, con le più diverse modalità che ha assunto nei diversi contesti culturali, ricordiamo uno fra tutti, le famose “infiorate”, a diventare uno dei momenti più significativi di questa solennità. Esattamente l’usanza della processione, risale al 1350, anche se la festa ha origine già nel 1246, una sapienza del cuore, quindi che da più di 600 anni reinterpreta quella stanza superiore con la freschezza e la passione del vivere concreto e quotidiano. Potremmo dire che in occasione del corpus domini assistiamo ad una “stanza superiore” diffusa, una stanza che si apre alle nostre vie alla nostre case ai nostri luoghi di incontro di lavoro e di studio. Vicoli e piazze tapezzate di drappi e fiori, per trasmettere un messaggio semplice, vogliamo che quella stanza superiore dove tu Signore ti sei fatto pane spezzato per noi, sia la nostra vita, tutta la nostra vita nella sua concretezza quotidiana.