Il beato Giovanni nasce tra il
1265 e il 1266 nella cittadina scozzese di Duns. La sua provenienza rimane
segnata nel suo nome, poiché nel Medioevo si usava spesso aggiungere al nome
proprio di una persona anche quello del proprio paese di origine.
A
quattordici anni entrò nel convento di Dumfries, forse anche grazie al sostegno
dello zio frate Elia (che era stato Vicario generale dei frati minori per la
Scozia), e dopo l’anno di noviziato vestì l’abito francescano. Iniziò quindi
gli studi in Inghilterra: prima nel convento di Northampton, dove fu ordinato
sacerdote, e poi ad Oxford, dove, vista la sua intelligenza brillante, fu
mandato a proseguire la sua formazione.
Nel 1301 i
superiori lo mandarono a Parigi, nella cui università divenne dottore in
Teologia e poté quindi insegnare. La sua carriera fu interrotta nel 1303 perché
fra Giovanni dovette lasciare Parigi: egli aveva infatti preso le difese di
papa Bonifacio VIII contro il re di Francia Filippo IV il Bello. L’anno
seguente però gli fu concesso di poter tornare a Parigi dove continuò ad
insegnare e scrivere fino al 1307, quando fu trasferito a Colonia, città dove
il Beato Giovanni Duns Scoto morì nel 1308 e dove (nella chiesa francescana della
Santa Croce) sono ancora conservate le sue spoglie.
Gli
scritti che di lui possediamo sono:
· Commento
alle sentenze di Pietro Lombardo (che raccoglie le sue lezioni di
teologia a Oxford e a Parigi)
· Commenti
agli scritti di Aristotele
· Dispute (tenute
a Oxford e a Parigi)
· Trattato
sul Primo Principio
Il
pensiero di Giovanni Duns Scoto è stato punto di riferimento per molti altri
filosofi e teologi ed egli fu un capostipite di quella corrente di pensiero
detta “scuola francescana”. Inoltre, con il suo ingegno acuto ha saputo
indagare complesse verità di fede, meritandosi l’appellativo di “Dottore
Sottile”.
Una di
queste verità di fede, che pur facendo parte del sensus fidei dei
cristiani fin dai primi secoli, non aveva ancora trovato una chiara
formulazione teologica, era il concepimento immacolato di Maria. Affermare che
Maria era stata preservata dal peccato originale fin dal primo istante del suo
concepimento faceva parte della devozione, era espresso nell’arte, ma a livello
dottrinale non riscuoteva un consenso unanime e non era sostenibile perfino per
alcuni teologi del calibro di S. Tommaso d’Aquino, S. Bonaventura e S.
Bernardo, che pur veneravano la purezza e la santità della Vergine.
Una prima
difficoltà in merito derivava dal pensiero di S. Agostino, per il quale il
peccato originale veniva trasmesso, da Adamo in poi, con la generazione fisica
(“l’infezione della carne”). Quindi anche Maria, anche se per poco tempo, era
stata macchiata dal peccato. Giovanni Duns Scoto risolse la questione
sottolineando che il peccato non è qualcosa di materiale, di biologico, bensì
qualcosa di morale: esso è una mancanza della giustizia originaria, e si trova
nell’anima, anzi nella volontà, e non nel corpo. La volontà è immateriale, è
distinta dal corpo e non può quindi venire “infetta” dalla carne.
Un’altra e
più ardua difficoltà si poneva in questi termini: se Gesù Cristo ha liberato
dal peccato tutta l’umanità, di tutti i luoghi e di tutti i tempi, allora anche
Maria (poiché fa parte del genere umano) dopo che fu concepita dovette essere
liberata dal peccato. Duns Scoto affermò invece con chiarezza che “Dio poté nel
primo istante di quell’anima, darle la stessa grazia che dà a un altro nel
momento del battesimo”. Egli non negava che Cristo fosse il redentore di tutti,
Maria compresa, ma piuttosto sosteneva che, mentre per tutti gli esseri umani i
meriti della Redenzione sono applicati nel momento in cui sono battezzati, nel
caso di Maria quegli stessi meriti furono applicati prima della sua stessa nascita,
nell’istante stesso in cui fu concepita dai suoi genitori.
Questa
dottrina non si affermò immediatamente, ma fu sostenuta e diffusa con
entusiasmo dai francescani, e meritò al beato Dun Scoto il titolo di “Dotore
dell’Immacolata”. La storia gli diede ufficialmente ragione quando l’8 dicembre
1854 il papa Pio IX proclamò l’Immacolata Concezione un dogma di fede.
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Scoto" di Fernando
Muraca